Valutazione cognitiva

Il modello utilizzato e la prospettiva da cui ci sentiamo ispirati rientra nella prospettiva clinica di una presa in carico globale della persona e non del disturbo, al fine di favorire un approccio multidisciplinare nel percorso dalla diagnosi all’intervento.”



La valutazione


La valutazione è un percorso di comprensione attraverso il quale si arriva ad attribuire un senso ai vissuti, ai pensieri, ai comportamenti della persona che si trova in difficoltà e, in generale, si svolge in 3 fasi:

  • la prima prevede solitamente uno o più colloqui tra lo psicologo e il/i genitore/i in cui vengono raccolti i principali dati anamnestici del bambino e le osservazioni sul problema che la famiglia sta vivendo.
  • la seconda è quella della valutazione con il bambino/ragazzo attraverso il colloquio clinico, l’osservazione del comportamento e l’utilizzo di test.
  • la terza prevede un incontro di restituzione dove, in seguito all’organizzazione dei dati e delle osservazioni raccolte nel corso della valutazione, si condividono i risultati e si valuta, insieme alla famiglia, la necessità o meno di intraprendere un percorso di intervento.

In base alla problematica riportata durante i primi incontri il clinico può decidere di avviare due percorsi da intraprendere singolarmente o in parallelo: la valutazione cognitiva e/o la consultazione psicodiagnostica.

Valutazione cognitiva funzionale


Solitamente si cerca uno specialista in valutazioni cognitive in età evolutiva quando il genitore o gli insegnanti notano che lo sviluppo delle competenze del bambino non segue le tappe previste (cognitive, motorie e del linguaggio). In questi casi comprendere tempestivamente la possibile causa significa dar senso alla difficoltà osservata e capire di quale aiuto il bambino e la famiglia hanno necessità.

Valutazione neuropsicologica


La valutazione neuropsicologica consiste in una consulenza specialistica finalizzata all’analisi dello sviluppo delle funzioni cognitive in particolari patologie evolutive. La finalità è quella di inquadrare nello specifico le caratteristiche di una difficoltà all’interno della categoria diagnostica più generale permettendo di formulare programmi di intervento funzionali per il singolo caso e di verificarne in seguito l’efficacia.


In particolare, la valutazione neuropsicologica permette di descrivere il profilo funzionale e gli eventuali processi deficitari alla base della difficoltà o del disturbo. Tutto ciò viene effettuato attraverso la relazione che il clinico ed il bambino/adolescente instaurano e attraverso la somministrazione di test standardizzati. Con questi strumenti possono essere valutate aree e funzioni differenti:


  • livello intellettivo: permette di mettere a fuoco il profilo individuale di funzionamento cognitivo generale e di rilevare o escludere la presenza di quadri di ritardo mentale, funzionamento intellettivo limite, plusdotazione.
  • abilità scolastiche strumentali: attraverso prove diversificate per età che valutano le capacità di lettura, di comprensione del testo, di scrittura e di calcolo si può individuare la presenza di un disturbo specifico dell’apprendimento verbale (dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia) e non verbale.
  • attenzione, memoria, abilità esecutive e di problem solving: queste sono considerate funzioni trasversali e fondamentali che influenzano lo sviluppo cognitivo di ogni individuo. Possono essere valutate per rilevare o escludere la presenza di deficit di attenzione (ADHD), problemi di memoria verbale o visuo-spaziale, difficoltà di pianificazione
  • linguaggio
  • percezione
  • organizzazione prassica e abilità motorie

Consultazione psicodiagnostica


Solitamente una famiglia arriva a chiedere una consultazione per motivi molto differenti come il continuo balbettare del bambino, l’enuresi notturna (pipì a letto) in età avanzata, il rifiuto di andare a scuola o per disturbi del comportamento quali il bullismo, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, frequenti scoppi di rabbia, attacchi di ansia o crisi di panico fino a manifestazioni che inducono a sospettare la presenza di disturbi della personalità. La famiglia, di norma, viene invitata a rivolgersi a uno specialista per poter comprendere e gestire il problema. Durante la valutazione psicologica (separata e distinta dalla psicoterapia) ai sintomi e ai comportamenti problematici osservati viene attributo un significato che origina sia dal quadro di personalità in via di sviluppo del bambino che dalle dinamiche relazionali dell’intero contesto familiare. Il tipo di tecniche e strumenti usati variano di volta in volta, in base al contesto e allo scopo della valutazione, all’età e al tipo di difficoltà riportata. In generale il clinico può utilizzare l’osservazione, il colloquio, il gioco, le videoregistrazioni e la somministrazione di test proiettivi. I risultati di tale indagine permetteranno di esplicitare il funzionamento psicodinamico del bambino e di proporre, quando necessario, un intervento adeguato. Nel nostro studio viene proposta una modalità di conduzione della valutazione psicodiagnostica a orientamento psicodinamico. Il modello utilizzato e la prospettiva da cui ci sentiamo ispirati rientra nella prospettiva clinica di una presa in carico globale della persona e non del disturbo, al fine di favorire un approccio multidisciplinare nel percorso dalla diagnosi all’intervento.